DATI SULLA POVERTA' NEL MONDO





LA POVERTÀ NEL MONDO

Circa metà della popolazione mondiale (tre miliardi di persone) vive con meno di due dollari al giorno.
Le persone che vivono con meno di un dollaro al giorno sono un miliardo e trecento milioni.
Un miliardo e trecento milioni è anche il numero di persone (tutte nei paesi in via di sviluppo) che non ha accesso a fonti d’acqua potabile (quasi un terzo della popolazione totale di questi paesi).
L’85% dell’acqua disponibile sul pianeta è usata dal 12% della popolazione mondiale.

790 milioni di persone dei paesi poveri soffrono di sottoalimentazione cronica, di esse i due terzi risiedono in Asia e nell’area del Pacifico.
Ogni anno 30 milioni di persone muoiono di fame (eppure le derrate alimentari crescono ad un tasso superiore a quello della popolazione e non sono mai state così abbondanti come oggi).
Un quinto dei bambini del mondo non assume una quantità sufficiente di calorie o di proteine.
Due miliardi di individui soffrono di anemia.

Due miliardi di persone, un terzo dell’umanità, non hanno accesso all’elettricità.
Quasi un miliardo di persone non sa leggere, né scrivere il proprio nome.

Secondo le stime delle Nazioni Unite, il soddisfacimento universale dei bisogni sanitari e nutrizionali costerebbe 13 miliardi di dollari (come nota Ignacio Ramonet, all’incirca quanto gli abitanti degli Stati Uniti e dell’Unione Europea spendono ogni anno in profumi).

Per assicurare a tutta la popolazione mondiale l’accesso al soddisfacimento dei bisogni di base (cibo, acqua potabile, istruzione e assistenza sanitaria) basterebbe prelevare meno del 4% dal patrimonio dei 225 individui più ricchi del mondo.


LA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO E DELLA RICCHEZZA

Le tre persone più ricche del mondo hanno una ricchezza complessiva superiore al prodotto interno lordo dei 48 paesi più poveri.
Il reddito complessivo dei 50 milioni di persone più ricche del mondo (circa l’1% della popolazione mondiale) è equivalente a quello dei 2 miliardi e 700 milioni di persone più povere (pari al 57% della popolazione mondiale).
In altri termini, l’1% della popolazione mondiale si spartisce una fetta della torta uguale a quella che si spartisce il 57% della popolazione mondiale.
Quattro quinti della popolazione mondiale vive con un reddito inferiore a quella che negli Stati Uniti e in Europa è considerata la soglia di povertà.
Il reddito complessivo dei 25 milioni di americani più ricchi è pari al reddito complessivo dei due miliardi di persone più povere del mondo.

Considerando invece i 25 milioni di americani più poveri, essi hanno comunque un reddito medio superiore a quello dei due terzi della popolazione mondiale.
Per ogni dollaro di sussidio ricevuto, i paesi in via di sviluppo spendono 13 dollari per ripagare il debito.
Sette milioni di bambini muoiono ogni anno a causa della crisi del debito pubblico del loro paese.


Il rapporto tra il reddito complessivo del 20% della popolazione più ricca e quello del 20% della popolazione più povera è salito costantemente nel tempo con un’accelerazione negli anni ’80, in corrispondenza delle politiche liberiste più spinte a livello mondiale.
Questo rapporto nel 1820 era pari a 3 (se il 20% più ricco riceve 3, il 20% più povero riceve 1),
nel 1913 era salito a 11,
nel 1950 era pari a 35,
nel 1973 a 48,
nel 1989 a 60,
nel 1992 a 72,
nel 1998, a 82


Dal punto di vista teorico, il problema è che secondo la teoria neoclassica, il fatto che intere popolazioni vivano e muoiano nella miseria non costituisce un fallimento del mercato.
I fallimenti del mercato di cui si occupano gli economisti neoclassici riguardano solo l’impossibilità, in determinate circostanze, di ottenere la Pareto efficienza.
Ma povertà e disuguaglianze sono perfettamente compatibili con la Pareto efficienza.
Così, anche l’economista scettico nei confronti del mercato e che sviluppa la teoria dei fallimenti del mercato, invece di metterne in discussione i principi, finisce per servirli ancora meglio, ristabilendo l’efficienza là dove il mercato risulta inefficiente secondo Pareto, accettando così la logica borghese e dimenticando che la Pareto efficienza non è un obiettivo sociale, ma un obiettivo di parte: l’obiettivo di chi ha denaro.

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